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Ingredienti della Comunicazione

"E' impossibile non comunicare", così recita il primo assioma elaborato dalla scuola di Palo Alto in California nel 1967. Effettivamente ogni volta che entriamo in contatto con qualcun altro non è possibile il Time out: comunichiamo sempre qualcosa, anche quando siamo in silenzio (indifferenza, complicità, imbarazzo, …)

"Comunicare" è un'azione che alla maggior parte di noi risulta

tanto semplice da fare e altrettanto complessa da modificare.

Come mai?

In ogni comunicazione entrano in gioco tanti aspetti. Il linguista russo Romàn Jakobsòn ne ha individuati [almeno] 6:

  • un mittente, ovvero la persona che manda un messaggio assumendo un preciso il ruolo sociale (mamma accogliente, amica schietta, zia acida, collega fredda, …);

  • un messaggio, che è il contenuto trasmesso (elezioni politiche, acquisto di un televisore, mostra di quadri, viaggio estivo, ...);

  • un destinatario, ovvero la persona che riceve il messaggio assumendo un altro ruolo sociale;

[ovviamente, mittente e destinatario sono interscambiabili e possono essere più di una persona…]

  • un contesto sociale, che è la situazione generale e le circostanze particolari in cui avviene la comunicazione (casa, lavoro, scuola, gruppo di amici, negozio, ristorante, …);

  • un codice culturale, che deve essere comprensibile ed utilizzabile da tutti gli interlocutori e che può essere costituito da una componente non verbale (gesti, espressioni del viso, postura, prossemica, abbigliamento), una componente paraverbale (accento, tono, velocità, ritmo, timbro, volume, intensità) e una componente verbale espressa con le regole grammaticali di una lingua;

  • un canale, che consente una connessione tra gli interlocutori anche attraverso un mezzo fisico (lettera, messaggistica istantanea, vis-à-vis, …).

Ogni volta che parliamo con qualcuno entrano in gioco tutte queste componenti, solo che non ce ne accorgiamo!

Quand'è che tocca prenderle in esame? Quando qualcosa nella comunicazione non funziona… Quando ci sono fraintendimenti, discussioni, litigi, …

Si dice che "per un punto Martin perse la cappa", così -in modo analogo- possiamo dire che nella comunicazione basta spostare una virgola che possono scatenarsi tempeste o alzarsi barricate. Quindi, ragioniamo su come possiamo orchestrare tutti quegli aspetti in base al tipo di comunicazione che vogliamo fare.

Innanzitutto dobbiamo ridurre il campo. "Comunicazione" è un termine molto ampio e può essere anche riferito ai mass media: pochi mittenti a molti destinatari. Qui non ce ne occupiamo. Non ci occuperemo neanche della comunicazione fatta attraverso i dispositivi digitali, perché occorre fare precisazioni peculiari per quel tipo di canale. Quindi, consideriamo solo la comunicazione tra due o più persone, dal vivo e senza uno sbilanciamento di potere tra gli interlocutori (come ad ex. tra amici, fidanzati, colleghi o coniugi).

Da qui in poi parliamo di ingredienti, utilizzando una metafora culinaria. Infatti, nelle relazioni tra le persone non ci sono modalità giuste o sbagliate di comunicare, ma è necessario prendere in rassegna tutte le modalità possibili e –poi- decidere di volta in volta quella che è maggiormente adatta ad una situazione. In effetti in cucina funziona così: aprendo la credenza possiamo trovare miele, farina, pepe, zucchero, cannella, sale, curcuma, … Tutti ingredienti che presi da soli sono sicuramente sani, ma se mettiamo lo zucchero nell'acqua della pasta o il sale nel caffè poche persone apprezzeranno l'esperimento!

Inoltre, nella comunicazione tra due o più persone capita che il significato dato da una persona ad un messaggio sia diverso dal significato recepito dal destinatario. Quindi per ogni modalità di comunicazione è necessario considerare sia l'intenzione iniziale di chi parla sia il senso colto da chi riceve il messaggio. Non sempre si riesce a raggiungere l'effetto sperato…

PUNTUALIZZARE

Puntualizzare consiste nel prendere in esame ogni aspetto di una questione in modo preciso e dettagliato. E' possibile che una persona scelga questa modalità per esprimere in modo completo e razionale il proprio punto di vista, cercando di evitare omissioni. Al contempo, però, potrebbe generare nell’altro reazioni emotive negative, come il fastidio, perché consente poco all'altro di considerare almeno alcuni aspetti secondo la propria prospettiva.

RECRIMINARE

Recriminare consiste nel mettere in luce gli aspetti dannosi o pericolosi nelle azioni dell'altro. E' possibile che una persona scelga questa modalità per esprimere il proprio vissuto con la speranza che l'altra persona non replichi quell'atteggiamento in futuro. Al contempo, la persona a cui ci rivolgiamo in questo modo potrebbe sentirsi attaccata e giudicata; quindi è possibile che finisca per porsi in una posizione difensiva per proteggersi dalle accuse, invece che modificare il proprio comportamento.

"TE LO AVEVO DETTO"

Questa modalità viene usata per mostrare che si danno consigli utili e che la prossima volta sarebbe importante seguirli! Al contempo, questa espressione potrebbe essere recepita dall’altro come una restrizione della libertà e della responsabilità nelle scelte per seguire le indicazioni ricevute come fossero "ordini" –siano questi utili o disfunzionali-.

"IO LO FACCIO PER TE"

Questa modalità viene usata per esprimere il grande affetto che guida le azioni fatte per l’altra persona. Al contempo comunica all’altro un sacrificio unidirezionale e questo potrebbe generare senso di colpa.

"LASCIA, FACCIO IO"

Questa modalità viene usata per aiutare l’altra persona. Al contempo genera nell’altro il pensiero “lo fa lui perché io non sono capace e non sono in grado di imparare” oppure "tanto meglio, sicuramente non dovrò impegnarmi a fare niente". Quindi, le volte successive l'altro potrebbe essere meno propenso ad attivarsi in prima persona per risolvere i problemi –anche personali-.

CONSIGLIARE

Consigliare consiste nel proporre idee o azioni ad un'altra persona. Questa modalità viene usata per indicare all'altra persona la scelta che si pensa migliore per lei. Al contempo potrebbe essere recepita come una dimostrazione di potere: "io dico a te quello che devi fare perché io conosco la situazione e so come si fa, invece tu non sei capace".

DOMANDARE

Questa modalità –quando non è retorica- viene usata per lasciare all’altro la possibilità di dare la propria risposta. Al contempo necessita che l'altro sia disposto a rispondere o che riesca a trovare una risposta. Ci sono molti modi di domandare, il punto è trovare quello giusto per il tipo di comunicazione:

  • Domande chiuse, ex. Oggi fai la spesa?

  • Domande aperte, ex. Oggi cosa fai?

  • Domande che offrono 2 alternative: ex. Oggi fai la spesa o guardi un film?

  • Domande che offrono più opzioni, ex. Oggi fai la spesa, leggi un libro, guardi un film o fai le pulizie?

 

Insomma ci sono tanti ingredienti con cui sperimentare le proprie ricette...

E pensare che qui li abbiamo presi in rassegna solo in una piccola parte!

In molte occasioni può essere utile sperimentare quelli che sembrano maggiormente opportuni per le situazioni incontrate e notare gli effetti. Se ci sono fraintendimenti o aumentano i litigi nella relazione, allora è necessario cambiare modalità e sperimentarne una nuova.

 

BIBLIOGRAFIA

Watzlawick P., Weakland J. H. & Fisch R., Change. Sulla formazione e la soluzione dei problemi, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1974.

Nardone G., Correggimi se sbaglio. Strategie di comunicazione per appianare i conflitti nelle relazioni, Ponte delle Grazie, Milano, 2005.

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